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News Congo

Se incontri un congolese sappi da quale inferno fugge…
"... che il mondo non stia lì a guardare..."
“Il Congo vive momenti tragici e molto preoccupanti, di tensione e di attesa. Da prima di Natale si attendo­no le dimissioni del presidente Kabila che ha concluso il 19 dicembre il suo secondo mandato alla guida del Paese, ma, in totale violazione della Costituzione, il capo dello Stato ha deciso di rimanere al potere, con l’intenzione di mantenerlo fino a nuove elezioni presidenziali che ha fatto slittare al 2018. Questo è stato considerato un furto alla sovranità popolare.
Subito la reazione del regime di Kabila si è mossa per repri­mere e schiacciare coloro che osano contestare apertamen­te la violazione della Costitu­zione. Lo dimostrano tutti i manifestanti trucidati durante le pacifiche sfilate nelle stra­de di Kinshasa, la capitale, per opporsi ad un eventuale terzo mandato del presiden­te uscente; ce lo ricordano gli arresti arbitrari di attivisti che chiedono il rispetto delle leggi costituzionali; lo evidenziano le violenze perpetrate ai dan­ni di oppositori e difensori dei diritti umani, dei principi democratici e delle libertà civili. Inevitabile quindi una forte tensione politica tra i gruppi all'opposizione e i militari (tanti, troppi in ogni città e in ogni strada) e il terrore tra la gente: infatti nelle città e in molti villaggi c'è il coprifuoco, la gente ha paura di uscire da casa, andare a lavorare, man­dare i propri figli a scuola.
Nell’est del Congo oltre un milione di persone sono state sfollate e adesso, come animali braccati, in con­dizioni terribili, vagano senza meta e senza il minimo indispensabile per vivere…
La povertà si fa sempre più strada, così come la malattia (è più difficile procurare i medicinali per i dispen­sari), la sofferenza, la disperazione….
C'è bisogno di pace, c'è bisogno di giustizia, di serenità, di sicurezza, di fiducia,... di Vita! In tante parti del mondo!
A noi spetta il compito di impegnarci per la verità e la giustizia, pregare, sostenere con la nostra solidarietà gli abitanti di terre sofferenti convinti che, giorno dopo giorno, dolore dopo dolore, ci sarà per tutti l’ alba della Risurrezione.
L'attesa, lo sappiamo, non sarà vana, Cristo è risorto, Egli è tra noi. Un giorno risorgeremo con Lui.
Per tanta povera gente però rimane sempre la fatica dell’oggi…”
È un Paradiso in Terra, ma da oltre vent’anni si è trasformato in un autentico Inferno. È la Repubblica Democratica del Congo. La condanna di questo Paese è paradossalmente legata allo sfruttamento delle sue immense risorse naturali: foreste pluviali, riserve idriche, piantagioni di caffè, zucchero, cotone. Il suo vero tesoro è però nascosto nel sottosuolo ricco di petrolio, diamanti, oro, rame. Ma soprattutto coltan, materia prima fondamentale per la produzione di telefoni cellulari e computer. L’estrazione di questo raro minerale (di cui il Congo detiene il 50% dei giacimenti mondiali) è alla base del conflitto che da oltre vent’anni insanguina l’ex colonia belga.
La guerra, nata per garantire il monopolio del prezioso materiale nelle mani di pochi affaristi, ha causato migliaia di vittime, costringendo la popolazione in uno stato di assoluta povertà. Le miniere sono concentrate nella provincia di Kivu. Le condizioni dei minatori (molti sono ragazzi giovanissimi) sono al limite della sopravvivenza: lavorano dall’alba al tramonto in cunicoli soffocanti, spesso trasformati in trappole mortali dagli improvvisi allagamenti; vivono accampati in tendopoli costruite con lamiere e materiali di fortuna; sono decimati dalle malattie e privi di assistenza medica. Ma sono soprattutto alla mercé delle bande armate che li derubano, li uccidono e violentano le loro donne per assicurarsi il controllo delle miniere. In questo contesto le nostre suore missionarie fanno quello che possono, con i pochi aiuti che riescono ad ottenere, piccole gocce in un oceano di richieste e di bisogni.
La nostra Associazione, sempre sensibile alle richieste di aiuto finalizzate soprattutto verso i più piccoli, si è impegnata a sostenere diversi Progetti contando sul vostro contributo.
“….La Repubblica Democratica del Congo, oggi, sta vivendo il suo Venerdì Santo nel silenzio della stampa internazionale e nell’indifferenza del mondo.
Per questo ci appelliamo con forza ai giornalisti italiani perché rompano il silenzio raccontando gli orrori che vi sono perpetrati, ma soprattutto spiegando la ragione di tale silenzio: gli enormi interessi internazionali in quel Paese. E ci appelliamo anche ai vescovi italiani ed europei perché sostengano i vescovi congolesi e le comunità cristiane con la preghiera, ma soprattutto con il so­stegno concreto in questo loro impegno per la giustizia e i diritti umani. Perché non pensare a una delegazione di vescovi italiani ed europei che vada a visitare le comunità cristiane più provate? Non possiamo rimanere inermi di fronte a una così immane tragedia”…
Direzione generale dei missionari comboniani

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